Seggiolino auto migliore: Cybex

Scuse.

Solo scuse.

La nostra vita è costellata quotidianamente da scuse, che rimandano il momento in cui prenderemo questa o quella decisione.

E quando le scuse riguardano i nostri figli, la loro sicurezza e salute, le scuse sono ancora più pericolose e vergognose.

Non parliamo di rimandare una dieta o di smettere di fumare, qui c’è in gioco la vita dei nostri bambini. Perchè non succede sempre agli altri. Proprio così.

Spesso ci capita di leggere o ascoltare una notizia, magari tragica, di provare tristezza e dispiacere, anche di piangere, ma in cuor nostro, siamo sollevati, perché non è capitato a noi, perché non capiterà mai a noi. Ma non è così. Non sei protetto da un’aurea speciale. Se non metti tuo figlio in sicurezza, ma lo tieni in braccio, al posto di guida o del passeggero, stai sicuro (è statistica) che prima o poi accadrà qualcosa di brutto. Un banale tamponamento a due passi da casa, nel tragitto casa-scuola o casa-nonni e poi…

Poi sarà troppo tardi per dire “Se avessi…”.

I se, i ma non servono a nulla.

Serve la presa di coscienza che i capricci, i pianti, le urla di tuo figlio, che non vuole stare nel seggiolino, o la tua pigrizia non valgono la vita di tuo figlio.

Te lo dico da mamma: si abituerà.

Piangerà la prima, la seconda, magari anche la terza volta, ma se tu sarai irremovibile e serena, capirà che in auto quello è il suo posto.

Non cercare sempre scuse. Puoi comprare il miglior seggiolino del mondo ma se continui a tenere tuo figlio in braccio, non servirà a nulla. Non hai fatto il tuo dovere acquistando quel seggiolino, ma sarai stato un genitore responsabile quando tuo figlio sarà in sicurezza.

L’ho scritto tante volte e lo ribadisco: secondo le ultime ricerche il 60% degli italiani non utilizza il seggiolino in auto per il proprio bambino; l’85% lo acquista, secondo i dati di Altroconsumo, ma ben il 33% degli adulti non allaccia il bambino per tragitti brevi, nelle zone a poco traffico o se ha dai 4 ai 7 anni. Questa cattiva abitudine si traduce in numeri spaventosi: i bambini morti per incidente stradale l’anno scorso sono stati 53, il 26% in più rispetto al 2015. Secondo i dati Istat riferiti al 2015 ci sono state 3.428 vittime, registrando per la prima volta dal 2001 un aumento.

Lo sai che un urto a 40 km/h corrisponde circa all’effetto di una caduta dal secondo piano di un palazzo?

E che il maggior numero di incidenti avviene su strade urbane, dove la velocità è più limitata, ma il pericolo sempre in agguato. Come riporta l’Aci, infatti, nel caso di un impatto a 56 km/h, un bambino che pesa 15 kg produce una forza d’urto pari a 225 kg, che rende impossibile trattenerlo con le sole braccia.

Le motivazioni per non allacciare le cinture sono le più disparate: ai genitori non sembra il caso di assicurare i loro figli per tragitti brevi o in zone poco trafficate, soprattutto se sono un po’ più grandi e hanno dai 4 ai 7 anni.