Kids fashion
Lasciate che i vostri figli perdano
Bambini vincenti.
Bambini numeri 1.
La società richiede questo e i genitori rispondono sull’attenti.
Bambini competitivi, che devono assolutamente vincere ed essere i migliori anche quando non lo sono, aiutati più del consentito dai genitori.
Perché?
Dietro questi bambini ci sono spesso genitori frustrati, che proiettano sui figli i loro desideri di vittoria, che pensano al risultato raggiunto dai bambini e non al loro percorso e ai loro progressi.
Bambini che non vanno al parco per non farsi male, bambini che non salgono sulla bici per non cadere, bambini che non giocano per non perdere.
Ma il successo non fa sempre bene ai bambini.
Voler bene ai nostri figli non vuol dire tenerli sotto una “campana di vetro”, protetti e coccolati.
Essere iper protettivi rende insicuri i bambini, poichè non sviluppa la loro autonomia e distrugge la loro autostima.
Pensate, per esempio, a quelle scene che si vedono nei piccoli centri sportivi durante le partite di calcio: genitori troppo appassionati, che urlano, incitano eccessivamente i propri figli, criticano gli avversari, magari bambini piccolissimi, sbraitando contro arbitri e genitori avversari. Vergognoso. Genitori che dovrebbero d’esempio per i bambini ed invece non fanno altro che rovinare per sempre il futuro di quei bambini.
Succede a tutti: quale genitore non desidera che il proprio figlio sia il migliore, il più bravo? Ma le sconfitte, i no, i rifiuti, ricevuti sin da piccoli aiutano a crescere più delle vittorie, perché le prime frustrazioni fanno capire al bambino che non è tutto dovuto e che a volte si esce a testa bassa, ma più forti di prima. Non sono concetti banali ma reali.
In realtà, i genitori che sostengono e aiutano eccessivamente i figli, quando non dovrebbero, non fanno altro che limitare le loro emozioni e la loro crescita.
Aiutarli non vuol dire sostituirsi a loro: “Lascia, faccio io, è meglio”. Non è un aiuto ma una scelta che nel lungo periodo non porterà benefici al bambino.
E poi?
Quando i bambini cresceranno e si troveranno da soli, si sentiranno smarriti, non all’altezza, non in grado di cogliere informazioni utili per apprendere come svolgere determinati compiti e come trovare soluzioni.
Tutto perché, memori delle vittorie raggiunte con facilità in precedenza, sono spinti a considerare le indicazioni fornite come trascurabili e pensano di non averne bisogno per ottenere il successo desiderato.
L’educazione ed il mestiere di genitore non sono mai semplici: l’istinto di protezione tipico di una madre e di un padre rappresenta un’arma a doppio taglio da dosare con attenzione per non far del male ai nostri figli.
Vogliamo che nostro figlio sia felice e con una forte autostima?
Permettiamo che perda, che sia sconfitto, che cada, che si “sbucci” le ginocchia, che pianga…
Non interveniamo sempre. Impariamo a stare al nostro posto, in disparte, sorvegliando da lontano. Lasciamo che nostro figlio sperimenti.
Imparerà ad asciugarsi le lacrime ed a rialzarsi. Da solo. E a vincere.
Guardo Chiara e spero che domani lei, come oggi, sia in grado di cadere e rialzarsi, di lottare e di vincere. In questi scatti, indossa un delicato e soffice completo di Maperò by Coccodè, brand che si distingue da sempre per i dettagli curati e la linea dal carattere raffinato e sobrio. La collezione, nata da una prima linea di tutine, bavaglini, coordinati lettino, cappellini e accessori per la prima infanzia, si è evoluta, in un mix di modernità e tradizione, artigianato e attenzione alle tendenze, per un abbigliamento comodo, pratico, divertente e sofisticato allo stesso modo, con una palette di colori delicati e sofisticati, come questo completo che indossa Chiara.
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