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Papà, mi aiuti in casa? Come far sentire meno sole le mamme

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Scena davanti ai miei occhi: mamma, con un’espressione infelice e devastata, che spinge il passeggino, anche in salita, con un figlio in braccio e l’altro nel passeggino, una borsa della spesa e il papà accanto che, libero da incombenze, guarda le vetrine e gioca con lo smartphone.

Vi fate una brutta opinione di me, se vi dico che ero tentata, molto tentata, di andare lì ed invitare gentilmente, ma molto gentilmente, il papà ad aiutare la mamma? Correrò questo rischio.

E non è la prima volta che assisto a dinamiche simili, altrimenti non mi permetterei di esprimere il mio punto di vista.

Distratto il papà o troppo buona la mamma? Non mi esprimo…

In questi casi, chiedere aiuto è fondamentale. Tu dici che il papà dovrebbe rendersene conto da solo? Si, certo. Condivido.

Ma se non accade, cara mamma, chiedi aiuto.

Per me non è una concessione del papà alla mamma, ma una naturale e logica divisione dei compiti per il raggiungimento di un equilibrio familiare.

La famiglia è di entrambi, o mi sbaglio?

Non è portato per cambiare il pannolino al bambino? Pazienza. Gli farà il bagnetto oppure lo vestirà o lo farà mangiare o passerà l’aspirapolvere o stenderà il bucato.

Insomma, ci sarà qualcosa che il papà potrà fare?!

Non è una concessione, è una pretesa.

L’ho detto. E non lo nego.

Noi donne siamo impegnate costantemente nell’organizzazione e gestione della giornata: lavoro, tempo libero, spesa, cucina, casa, bambini ecc.

E tu, papà, dove sei?

Troppo spesso mi capita di vedere mamme con l’acqua alla gola, trafelate, distrutte, infelici, con mariti presenti ma non collaborativi. Per nulla. E qui scatta la frase che, ormai sapete, detesto: “Mari, beata te, tuo marito ti aiuta tanto!”.

No dai, non lo dire.

Perché?

Perché mio marito è collaborativo, autonomo e sa gestire perfettamente le bambine, ma anche la casa, senza che sia io a chiederglielo?! L’abbiamo scelto e voluto insieme. Perché questo ci rende organizzati e felici.

E non parlo solo del momento del gioco, ma di ogni momento della giornata.

C’è chi, purtroppo, non ha la fortuna di avere la presenza di un partner in casa, ma chi ce l’ha, sa quanto siano cruciali l’aiuto, il sostegno e il ruolo del papà, non solo per svolgere le mansioni domestiche, ma anche per l’educazione dei figli.

La presenza della madre è legata ai bisogni materiali, affettivi, alla dimensione interna della personalità. La presenza del padre si collega alla sfera dell’attività, del gioco, dell’esplorazione, del tempo libero. I papà dovrebbero trascorrere del tempo con i figli, giocarci, senza competizione, ma anche abbracciare, sostenere e gratificare i figli.

Quando ci sono le condizioni, il supporto del papà deve essere preteso, non solo laddove il papà è capace (per aeroplanini e giochi spericolati, si intende), ma anche in nuove “mansioni”, con le indicazioni e la guida della mamma. La prima, la seconda, la terza volta… Non fa niente. Prima o poi ci riuscirà.

E poi lo sai che le bambine cresciute con un papà che aiuta la mamma nei lavori domestici hanno più sogni e ambizioni lavorative delle coetanee con padri  che collaborano meno? Emerge da uno studio della British Columbia University di Vancouver su un campione di 300 ragazzi e ragazze. Nella famiglie dove i papà collaboravano, le bambine dichiaravano di voler intraprendere carriere ambiziose e inedite, come la paleontologa, la ricercatrice scientifica o l’allenatore di rugby. Suggestivo.

Altro motivo buono per farsi aiutare, vero?

Chiedi aiuto quando hai bisogno. E impara a delegare e responsabilizzare anche il papà. Non devi tenere sempre tutto sotto controllo. 

Si, la stanchezza è tanta, per tutti è così.

Ma sorridi e chiedi aiuto.

Collaborazione è la parola chiave.

O è giusto che la mamma si occupi da sola della casa???

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