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Il trio delle cicciottelle: Olimpiadi di sport o di bellezza?

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Il trio delle cicciottelle: Olimpiadi di sport o di bellezza?

Il trio delle cicciottelle: Olimpiadi di sport o di bellezza?

Il trio delle cicciottelle: Olimpiadi di sport o di bellezza?: “Se sei una donna devi essere brava il doppio di un uomo, per essere considerata la metà. Per fortuna non è difficile”.

Ditemi che rapporto c’è tra la performance delle atlete di tiro con l’arco e il loro aspetto fisico? Un chilo in più o in meno influisce sull’esito della gara? Non credo proprio, quindi  resta un insulto gratuito.

Parliamo di atlete che arrivano alle Olimpiadi dopo allenamenti svolti con abnegazione e impegno, per anni e anni, derise con un commento inappropriato: “Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo olimpico”, uscito nella prima edizione e poi ribattuto con “Le azzurre si fermano sul più bello”.  

Perché sempre questa necessità di ridurre qualsiasi cosa ad un commento banale sull’aspetto fisico delle atlete? Ignoranza o razzismo?

Guendalina Sartori, Claudia Mandia, Lucilla Boari. Tre atlete sconosciute ai più fino a stamattina, ora diventate oggetto di una polemica. Ma siamo donne, con anima, talento, tenacia, coraggio oppure corpi svuotati di tutto, con lato B e altri accessori?

Il trio delle cicciottelle: Olimpiadi di sport o di bellezza?

Per eccellere nel tiro con l’arco servono talento e precisione oppure fisico da modella e misure 90-60-90? Per carità, siamo onorati di avere (e aver avuto) atlete belle e brave come la Pellegrini, la Cagnotto, la Pennetta, la Cacciatori, la Grambassi e potrei continuare, ma questo non è influente tanto meno determinante ai fini del risultato.

Negli ultimi anni, nella società in genere, e di conseguenza anche sui media, si sta esagerando con le osservazioni sull’aspetto fisico, criticando, per esempio, senza ritegno Vanessa Incontrada perchè non è tornata filiforme dopo il parto, come succede alle VIP, oppure ipotizzando varie gravidanze per le Star leggermente ingrassate.

E’ arrivato il momento di combattere questo “body-shaming”. Il punto è che nelle donne spesso si vedono solo qualità estetiche, secondo un modello di bellezza soggettivo che pretende di essere universale: solo corpi, pezzi di carne, oggetti privi di altre qualità.

Il Direttore de Il Resto del Carlino si scusa: “Se quel titolo ha urtato la sensibilità di alcuni nostri lettori ma l’intento di partenza non era né derisoriodiscriminante”. Se? Alcuni? Derisorio? Non è un’ipotesi, ma una certezza. Partiamo da questo. E siamo rimasti TUTTI basiti, non alcuni. Non importa se chi legge è alto o basso, magro o curvy: determinati commenti non sono opportuni. Punto e basta.

Il trio delle cicciottelle: Olimpiadi di sport o di bellezza?

Importanti fashion consultant, come per esempio Carla Gozzi, non esaltano la magrezza ma elogiano il sapersi valorizzare e vestire in maniera decorosa in ogni differente occasione d’uso, indipendentemente dal peso. Io ho partorito tre mesi fa, non sono tornata ancora al peso pre gravidanza, ma ho 3/4 chili in più, anche perché allatto e mangio molto di più ed in maniera diversa dalle mie consuete abitudini alimentari. Sarà triste dirlo ma i commenti più duri mi vengono rivolti proprio da amiche mamme, che notano la mia “pancetta” e la mettono in evidenza ogni giorno. Ve lo assicuro. Ma siamo pazzi? Voglio tornare al mio pesoforma, così come ho fatto dopo Giulia, ma non ora.

La bellezza non si misura in chili, non equivale a taglie, mai, tanto meno dopo una gravidanza; no all’obesità, no all’anoressia, perché sono delle malattie, ma si alla bellezza, quella sana, vera e naturale.

E godiamoci queste Olimpiadi. Di sport. E non di estetica!

 

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