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No, non è troppo tardi. Come gestire i capricci dei nostri bambini
Come gestire i capricci dei nostri bambini
Sbaglio. Si, io sbaglio, in qualità di mamma, ogni giorno e ogni minuto nella mia quotidianità.
Genitore è per me sinonimo di errore, di “trials and errors”, perché solo così si impara e si comprende come educare i figli, con l’esempio prima di tutto, e poi con tutto il resto.
A quale genitore non viene quel momento di scoramento, in cui pensiamo: “Ma chi me l’ha fatto fare?”, magari davanti a un capriccio, in cui ti portano allo sfinimento.
Cosa fare? Come gestire quei momenti? Come gestire i capricci? Troppo spesso assisto a scene con genitori vittime dei figli, magari di 3/4 anni, con ricatti e pianti disperati.
Prima di tutto, non agiamo d’istinto. Respiriamo e non cediamo (naturalmente se è un capriccio e non una richiesta ragionevole). Se cediamo al capriccio, gli dimostriamo che è il modo giusto per ottenere ciò che vuole. Proviamo a calmarlo con una canzoncina, con una storia, con un abbraccio (non con la Tv o con video sullo smartphone o con cibo) e non pensiamo a chi ci guarda in quel momento.
Come gestire i capricci dei nostri bambini
Quando si sarà tranquillizzato, cerchiamo di comprendere il motivo del capriccio: per esempio, quest’anno Giulia non voleva più andare nella struttura dove praticava nuoto lo scorso anno. Inizialmente, pensavamo fosse un capriccio e ci siamo comportati come tale, sbagliando. Dopo, abbiamo compreso che era una reale necessità, per una serie di motivi oggettivi e reali. E così, abbiamo assecondato la sua richiesta di andare in un’altra struttura e Giulia sta portando a termine l’impegno preso, anche perché lei ama nuotare e a 4 anni nuota senza braccioli e senza altro aiuto.
Ma ci sono situazioni in cui noi genitori dobbiamo dire no, perché il bambino ha bisogno di affrontare la frustrazione di non averle tutte vinte. Sembra triste, ma già da piccoli bisogna abituarsi alle sconfitte. E quando sento dire a genitori di bambini di 3/4 anni: “Si, ma non posso farci niente, lui ormai è così”, non posso restare a guardare. Come è troppo tardi? E a 15 anni che diremo? Non è mai troppo tardi per educare.
Impariamo dai nostri errori. Anche nostro figlio è amorevole, gentile, ubbidiente e educato.
Stabiliamo poche e precise regole. Non molliamo. Ascoltiamolo e impariamo a dire di no, in maniera irremovibile. Le sculacciate non sono l’unica soluzione. E non dimentichiamoci mai di sorridere e abbracciare i nostri bambini.
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