Kids fashion
Il bambino dice sempre no: come affrontare la fase oppositiva e i capricci?
“Chiara, metti le scarpe”
“Chiara, metti il pigiama”
“Chiara, conserva i colori”
Sapete qual è l’unica risposta di Chiara a queste domande?
NO, solo NO.
Come affrontare la fase oppositiva e i capricci?
Infatti, ci sono alcuni momenti in cui Chiara diventa oppositiva, in questa fase di crescita, nota a molti come “Terrible twos”.
Ma cosa accade ai nostri figli, di solito tranquilli e sereni in questo periodo?
In questa fase, i bambini sviluppano il senso di se stessi e iniziano a esplorare la propria autonomia; diventano più decisi e non seguono le nostre regole; cominciano a dire spesso “No!”, “Faccio io”! Chiara sta lottando per la definizione della sua identità: bisogna affrontarla e gestirla, non negarla e il bambino non va colpevolizzato perchè sta impostando il suo modo di essere, ma va instradato attraverso delle regole, poche ma imprescindibili.
Come gestire i NO e i capricci?
In questa fase così delicata, noi genitori veniamo messi a dura prova e ci chiediamo che cosa possiamo fare per gestire al meglio la situazione a aiutare nostro figlio ad attraversare serenamente questi momenti, a gestire i NO e i capricci.
In realtà, noi li chiamiamo “capricci” ma non lo sono.
Sono momenti difficili perché in quel momento abbiamo il timore di non riuscire a superarlo e siamo angosciati, con paura del giudizio degli altri (capriccio a casa di amici o al supermercato, per esempio) e quindi perdiamo le staffe ed ecco scaturire la rabbia, frutto dell’impotenza ma allo stesso tempo della sfida.
Perchè dietro a un banale “capriccio” del bambino c’è l’espressione di un bisogno, di stanchezza nella crescita.
E come possiamo gestire i capricci e i NO?
Essere delle buone guide emotive per i figli è importante perché quando loro si trovano in balia di emozioni negative che non riescono a gestire in modo efficace, noi dobbiamo guidarli.
Come affrontare la fase oppositiva e i capricci?
Non alzare il tono della voce. Sembra impossibile, vero? Io mi fermo, respiro, conto fino a 3 (a volte fino a 100) e sorrido.
Prova invece a sdrammatizzare o a provare empatia, con dispiacere e comprensione.
Coraggio, funzionerà o… passerà!!!
CHIARA IN
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