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Noi insegniamo alle bambine a essere Barbie e ai bambini Spiderman

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Noi insegniamo alle bambine a essere Barbie e ai bambini Spiderman? Riflettevo. Proprio l’altro giorno, leggendo un post della mia collega Olga di Mammaholic sulle etichette di genere, riflettevo sull’educazione che noi genitori impartiamo ai nostri figli sin da piccoli. Non solo un’educazione fatta di regole e indicazioni ma una mentalità già confezionata e pronta per l’uso.

“Indottriniamo” i nostri figli, senza accorgercene, con commenti e osservazioni; e loro crescono così, senza scegliere.

Succede che la maggior parte delle bambine superano i “colleghi maschi” in tutte le materie, compresa la matematica. Non vi è una differenza di abilità o di conoscenza ma piuttosto un diverso modo di affrontare le sfide. Mentre i maschietti presumono di non poter risolvere i problemi perché questi sono più complicati, le bambine cominciano rapidamente a dubitare delle loro capacità, perdono la fiducia in sé stesse e abbandonano l’attività, secondo gli psicologi.

Noi genitori educhiamo le bambine a essere educate, a riflettere, a essere sempre in ordine, educate e perfette, invece i maschietti a essere coraggiosi, a buttarsi in una mischia durante una partita di calcio o a gridare per sostenere la squadra del cuore.

Il punto è che queste convizioni e i conseguenti atteggiamenti vengono mantenuti nell’età adulta. Basti pensare che gli uomini si presentano a un colloquio di lavoro avendo solo il 60% delle capacità richieste, invece le donne trovano il coraggio di candidarsi per il posto di lavoro solo se dispongono del 100% dei requisiti. Un modo diverso di gestire e affrontare le sfide.

Bambine che saranno donne che assumono solo i rischi essenziali e che davanti ai problemi vanno in crisi: le statistiche infatti ci dicono che le donne soffrano più spesso e più intensamente di depressione e ansia rispetto agli uomini.

 

Bambine che cresceranno con la “sindrome della Crocerossina” o della “Bella addormentata nel bosco”, pronte a essere salvate nella torre, assediata dal drago, dal suo principe azzurro, facendosi trovare con il rossetto, manicure impeccabile e tacco 12. Ma perchè?

Evidentemente un problema di educazione, un’educazione che insegna ai bambini ad essere coraggiosi e affrontare le sfide e alle bambine ad essere perfette e essere prudenti. Siamo noi genitori che educhiamo i nostri figli, anche senza volerlo, con comportamento, commenti, osservazioni.

Analogamente siamo noi che accettiamo l’azzurro indossato dalle bambine, inorridiamo al cospetto del rosa indossato da un bambino. Lo sapevate che il rosa è trendy anche in passerella per gli uomini?

Siamo noi che permettiamo alle bambine di giocare con le macchinine, ma inorridiamo se i bambini giocano con la cucina e i bambolotti. Perchè domani nostro figlio non cucinerà o non accudirà i suoi figli? E no, se fa queste cose, corre il “rischio” di diventare gay. Senza parole.

Io che a 15 anni “cambiavo strada” se vedevo una mia amica che teneva neonati in braccio e si offriva di fare la baby sitter al mare, io che fino a 19 anni non avevo mai preso in mano un ombretto, io che a 15 anni vedevo più partite di calcio (in TV e allo stadio) che altro, io che fino a 19 anni non avevo mai messo una gonna…

I miei genitori mi hanno lasciata libera di scegliere, di essere me stessa. E oggi io scelgo di indossare i tacchi e una gonna, di usare mascara e matita, di guardare programmi di cucina.

Sono mamma di due bambine e non posso rimanere indifferente davanti a tutto questo, perché le mie bambine non hanno un “destino segnato” ma sceglieranno loro stesse chi essere e come essere.

Il miglior insegnamento che possiamo dare a ogni bambino è quello di lasciarlo semplicemente essere quello che vuole, di essere libero.

 

Noi insegniamo alle bambine a essere Barbie e ai bambini Spiderman

 

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